I dimenticati di Airbnb

Ogni settimana il commento di Marta Fana su lavoro, diseguaglianze, diritti

Sembra un lontano ricordo quando si discuteva non solo di Amazon ma anche di Airbnb. Che fine ha fatto Airbnb? Dalle pagine del New York Times si sa che ha dichiarato un calo del fatturato pari a 1,2 miliardi di dollari per i primi nove mesi del 2020 a causa dell’arresto del turismo mordi e fuggi. Il turismo alla portata di tutti: la magia del capitalismo che aiuta tutti. Incassati “solo” 2,5 miliardi quindi. Oggi, tutti gli occhi sono puntati sul valore di quotazione a Wall Street che dovrebbe essere anticipato entro la fine dell’anno. A quanto? Problemi da milionari. Quel valore che non sarà mai distribuito ai tanti, troppi, che hanno creduto – e per un po’ ci sono anche riusciti – di poter guadagnare affittando l’appartamento ereditato o la stanza degli ospiti che fino a qualche mese prima mettevano a disposizione di qualche amico o conoscente di passaggio. A qualcuno è rimasto il mutuo da pagare per un investimento che non frutta più. La dura legge del capitale che punisce in basso mentre chi sta in alto – chi è realmente proprietario – continuerà ad arricchirsi, a diventare miliardario, grazie alla quotazione di Borsa. E, ancora più in basso, la discussione è praticamente inesistente. Che fine hanno fatto tutti i lavoratori, ma soprattutto le lavoratrici, spesso in nero e/o a cottimo, che ogni giorno andavano a pulire le camere, gli appartamenti? Di loro non si è mai parlato abbastanza, popolo dell’abisso dimenticato, prima durante e dopo.